Le interpretazioni ebraiche del Tau erano diverse. Nel secolo III parecchi talmudisti furono consultati da Origene a proposito dell'interpretazione del Tau di Ezechiele. Secondo alcuni, il Tau, ultima lettera dell'alfabeto, significava fine, conclusione, compimento dell'intera Parola rivelata; secondo altri, Tau, prima lettera della parola Torah, cioe Legge, significava l'insieme delle Leggi, la somma di quelle Leggi che portavano alla salvezza; ma un terzo, uno di quelli che adesso credevano nel Cristo, dice che l'antico modo di scrivere questa lettera dava chiaramente al Tau la forma di una croce, e che una profezia risiedeva in questo segno, il quale sarebbe stato percio' impresso dopo sulla fronte dei cristiani.
L'insegnamento di Gesu'
A proposito della forma del Tau, che per i cristiani ricordava la forma della croce, bisogna citare le parole che Gesu' pronuncio' prima di essere crocifisso: "chi mi vuole seguire, deve portare la sua croce". Quando queste parole furono dette, gli apostoli non poterono certo stabilire un rapporto con la croce di Cristo. Stabilirono forse un rapporto con la croce, strumento romano di supplizio? E' poco probabile. Il supplizio consisteva nella crocifissione, ma qui si tratta di portare la croce. E' preferibile supporre che la croce di cui parla Gesu' e' semplicemente il segno distintivo della fede (carattere interno, il cui segno esterno e' l'immagine), il Tau che gli ebrei pii portavano sulla fronte, segno del loro legame alla legge (Torah, la cui iniziale e Tau) e segno della loro appartenenza a Dio. Solo in seguito, a causa della morte di Gesu, questa parola e stata interpretata in relazione alla sofferenza. Lo Schnackenburg traduce in questo modo: "che prenda su di se il suo segno !" e commenta: "Il suo segno, cioe il sigillo dell'appartenenza a Dio (a forma di Tau ebraico), e' il segno di conversione come in Ezechiele (9,4), e anche il segno di protezione divina. La comunita cristiana avrebbe preso il Tau per una croce, e poi riferito concretamente alla croce del Cristo". E in un'altra opera: "Si potrebbe trattare di una specie di numero protettore divino, di un marchio distintivo significante l'appartenenza, che esige da colui che lo porta un abbandono radicale alla volonta' divina... E' un'interpretazione profonda che non si allontana da cio' che sappiamo dello spirito di Gesu; interpretazione simbolica perfettamente possibile nel contesto giudaico dell'epoca di Gesu'. Certamente Gesu non fa allusione alla propria via crucis; i cristiani hanno potuto pensarci soltanto dopo la crocifissione e la risurrezione"
Queste considerazioni ci permettono gia di penetrare un po' piu a fondo nella mentalita' religiosa di san Francesco a proposito del Tau: quando ne sentiva parlare, pensava alla croce di Cristo. Automaticamente, egli traduceva il Tau come segno e simbolo efficace di salvezza per tutti coloro che accettano di esserne segnati; sapeva di seguire le orme di tutta la tradizione che da secoli, anche presso gli autori profani, aveva annunciato e predetto il Cristo redentore e vincitore tramite la croce. Una volta, ad un frate, che gli aveva domandato perche' mai raccogliesse con tanta diligenza anche gli scritti dei pagani in cui non vi era il nome di Dio, rispose: "Figlio mio, perche ivi sono le lettere con le quali si compone il Nome gloriosissimo del Signore Iddio. Quanto vi puo essere di bene, non appartiene ai pagani, ne agli altri uomini, ma solo a Dio, da cui e' ogni bene" (1 Cel 82).
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Le due lingue originali della Bibbia - l'ebraico ed il greco - hanno in comune una lettera dell'alfabeto, il Tau, che nel corso dei secoli si e' caricata di misteriosi significati. Questa lettera occupa un posto importante nella vita e nel comportamento di san Francesco, il quale, non solo ne fa uso frequente, ma manifesta per tale segno un vero affetto, addirittura una devozione.
Sull'uso frequente la testimonianza piu' importante e rilevante ci e' data da un contemporaneo, testimone oculare, fra Tommaso da Celano. Questi, nel suo Trattato dei miracoli, composto nel 1252, scrive: "Fra le tante lettere, gli era familiare la lettera Tau, con la quale firmava i biglietti e decorava le pareti delle celle". E piu avanti: "con tale sigillo san Francesco firmava le sue lettere, tutte le volte che per necessita' o per spirito di carita', spediva qualche suo scritto".
Adottare il Tau come sigillo personale (allora si diceva "segno manuale") e proporlo, per cosi dire, come stemma per il nascente Ordine dei frati minori, sottolinea bene l'importanza che Francesco gli attribuiva.
Il lato devozionale, affettivo e religioso e' posto bene in risalto da un altro biografo di Franceso, san Bonaventura, che nel menzionare l'uso a mo' di firma, afferma: "Venerava questo segno - il Tau - cui egli era molto affezionato, lo raccomandava spesso nel parlare; con esso dava inizio alle sue azioni ".
Oltre all'utilizzazione come firma personale Tommaso da Celano segnala un altro uso del Tau da parte di san Francesco: l'iscrizione sulle porte e sui muri delle celle. Come non pensare in questo caso, non piu ad Ezechiele, dove si trattava di segnare le fronti con il segno della salvezza, ma al libro dell'Esodo, in cui il segno della salvezza altro non era che il sangue dell'agnello pasquale sull'architrave delle porte?
Donde era venuta a san Francesco questa devozione per il Tau? Dai primordi dell'era cristiana, attraverso una vasta corrente biblica e mistica, ma anche dotta e popolare. Sebbene il primo impatto gli venne in circostanze ben precise della sua vita, non possiamo affermare che certi avvenimenti furono la causa di tale devozione, perche' ne furono soltanto il pretesto o l'occasione. Se san Francesco ha scelto ed adottato il Simbolo del Tau, la causa va ricercata nel suo amore per la croce. Se poi lo ha diffuso, e' perche' voleva predicare la salvezza per mezzo della croce, soprattutto contro i catari o neo-manichei che la rifiutavano come indegna dell'opera redentrice di Dio.
Croce e penitenza: questo il significato del Tau per il semplice cristiano, come per Francesco. Francesco accolse come un messaggio indirizzato a lui personalmente il discorso di Innocenzo III : "Misericordia sara' fatta a quelli che porteranno il Tau, segno di una vita penitente e rigenerata nel Cristo" . Egli volle percio' segnare se stesso e i suoi fratelli con il Tau, che diventera' il segno della vocazione dell'Ordine. Il Tau impregno' totalmente la sua spiritualita', la quale divenne sempre piu' una spiritualita' della croce e della salvezza.
Senza dubbio il Tau e' stato talvolta il veicolo di credenze dominate da istinti primitivi e da superstizioni materialistiche. Nel Medioevo, la fede popolare nel Tau vedeva si un simbolo di vita ed un segno di salvezza, ma vi scorgeva anche un mezzo magico e miracoloso per preservarsi dalla peste e da ogni potenza nemica . Lo si portava come anello al dito oppure come amuleto appeso al collo. Il Tau, poi, veniva scritto su filatteri, su pergamene contro la peste, su "benedizioni di sant'Antonio", e dipinto pure sulle porte e sui muri... Non tutto e' biasimevole in queste consuetudini. Francesco ne utilizzera' alcune, evitando con cura gli eccessi e l'attribuzione di ogni potere magico.
Testo liberamente tratto
dal libro
"TAU SIMBOLO FRANCESCANO"
Damien Vorreux
Edizioni Messaggero Padova 1988
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Lorenzo...bambino mio...TI AMOOOO