L'Ebraismo è la religione del popolo ebraico, basata sugli scritti della Torah. Essa è stata la prima religione monoteistica documentata, sviluppatasi prima dell'anno 1000 a.C. all'interno delle popolazioni cananee monolatriche. Dall'ebraismo si fanno derivare numerose altre religioni, tra cui le due principali sono il Cristianesimo e l'Islam. Assieme a Cristianesimo e Islam, l'ebraismo viene classificato come religione abramitica.
Il testo sacro per antonomasia, ma non l'unico nella religione Ebraica, è la Torah, scritta in ebraico, corrispondente ai 5 libri del Pentateuco e contenente le istruzioni impartite da Dio al Popolo di Israele sul Monte Sinai, 49 giorni dopo l'uscita dall'Egitto. Il nome Torah è dato dalle prime tre lettere dei tre libri che la caratterizzano.
Essa contiene la descrizione della storia dell'umanità dalla Creazione fino all'arrivo degli Ebrei in Terra d'Israele e include i precetti comandati da Dio al Popolo d'Israele e che suggellano il patto stretto da questi con gli Ebrei. Il Canone ebraico delle Sacre Scritture venne definito nel I secolo e. V.
A partire da questa dottrina morale, l'Ebraismo sviluppa sia l'idea della creazione, quale creatio ex nihilo (creazione dal nulla, fino ad allora sconosciuta), sia l'idea di uno sviluppo lineare e non ciclico della storia. Percepito dagli uomini nella sua limitatezza, il tempo viene considerato come l'insieme di quelle irripetibili occasioni, offerte all'uomo, per manifestare la sua libertà all'interno della creazione. Un'altra caratteristica dell'Ebraismo è l'idea di un legame con Dio, che non ha nulla di mistico o di ascetico. Questo legame si instaura nella comunione dell'alleanza, in cui il Creatore e la creatura mantengono, separate, le rispettive identità. È esattamente la categoria teologica dell'Alleanza ad essere costitutiva dell'Ebraismo: essa rappresenta il reciproco impegno, per cui all'elezione e alla benevolenza di Dio deve corrispondere, da parte di Israele, l'osservanza delle 613 mitzvòt i precetti che abbracciano ogni aspetto della vita dell'uomo. Va tenuto presente, però, che, malgrado la signoria della Santa Torah su ogni aspetto della vita umana, nell'Ebraismo la teocrazia si combina con una particolare concezione dell'autonomia creaturale, che conferisce all'uomo il potere di agire sul creato secondo la sua scelta personale, e di completare così l'opera del Signore. Il risultato è che la Provvidenza Divina coesiste con il libero arbitrio dell'uomo.
L'Ebraismo ha prodotto una filosofia vera e propria, la quale passa attraverso l'influenza stoica, neoplatonica ed aristotelica, quest'ultima mediata dai pensatori arabi (Avicenna e Averroè in particolare). Per quanto riguarda l'apporto filosofico, si ricordano, nel Medioevo ebraico, le figure di Yehudah HaLevi e di Mosè Maimonide. L'Ebraismo sefardita si distingue per i suoi studi di natura filosofico-teologica, mentre l'Ebraismo ashkenazita si caratterizza per una maggiore concentrazione sugli studi talmudici e sulla mistica, la quale sfocerà nel movimento chassidico dell'Europa orientale.
Il misticismo ebraico si radica nell'esperienza profetica e, soprattutto, nelle interpretazioni della Ma'asè Merkava (l'"opera del carro") con cui si apre il Libro di Ezechiele. Gli studi mistici danno vita alla Qabbalah che, trascurata durante un millennio, risorge nel XIII secolo in Provenza ad opera di Rambàn e di Abramo Abulafia e viene poi approfondita, nel XVI secolo, dalla scuola di Safed, di cui il Maestro Isaac Luria è l'esponente di spicco. In epoca moderna un grande studioso e riscopritore della Kabalah e della mistica ebraica in genere è stato il Gershom Scholem che le ha rivalutate da secoli di relegamento nella pseudo-magia.
L'illusione pseudomessianica del sabbatianismo prima (con le sue catastrofiche conseguenze), e poi la nascita del movimento chassidico polacco (seconda metà del XVIII secolo), rappresentano i momenti più significativi nello sviluppo del misticismo ebraico, misticismo che ha molto influenzato anche la dottrina ascetica cristiana. È interessante notare la costante tensione, in seno all'Ebraismo, fra misticismo e filosofia, poiché, malgrado la diversa prospettiva, i problemi di fondo sono comuni: il rapporto fra Creatore e creatura, il legame fra finito ed infinito, la realtà del Male. In età moderna, Moses Mendelssohn è il filosofo che, cerca di conciliare la haskalah o Illuminismo ebraico con la stessa modernità occidentale, mostrando come l'Ebraismo si armonizzi con le esigenze della ragione. Strade simili hanno percorso, più avanti, Hermann Cohen, Franz Rosenzweig e Martin Buber.
Tra gli oggetti liturgici e culturali più importanti nella religione ebraica vi sono:
Menorah, candelabro 'a sette bracci' ( anche a "due bracci"), simbolo ebraico presente in tutte le residenze degli Ebrei e in tutte le sinagoghe. Viene acceso il Venerdi sera per celebrare il Sabato, giorno sacro per il popolo ebraico;
Mezuzzah, pergamena affissa (generalmente dentro un piccolo contenitore) agli stipiti delle porte e contenente due brani dello Shema (preghiera fondamentale dell'ebraismo, da recitare ogni giorno al mattino e alla sera), proprio quelli contenenti il precetto della Mezuzzah.
Tefillin, conosciuti come filattéri, sono scatole nere di cuoio indossate sul braccio e sulla fronte per mezzo di cinghie di pelle. Esse contengono le pergamene con i quattro brani della Torah che citano questo precetto.
Kippah, il copricapo indossato dagli Ebrei maschi.
Talled, scialle in tessuto bianco con fasce, spesso di colore scuro, caratterizzato da quattro lunghe sfrangiature di tessuto alle estremità, chiamate Tzitzit. La versione grande è portata durante la preghiera del mattino, quella piccola è indossata quotidianamente.
Hannukiah, plurale Hannukkioth, candelabro ad 'otto bracci' utilizzato per accendere i lumi durante la celebrazione della festa di Hannukkah (Festa delle luci).
[Modificato da fairyfaith 27/04/2007 16.41]